domenica 18 ottobre 2009

Entoloma sinuatum (Bulliard) P.Kummer


Per chi come me (a causa di evidenti motivi anagrafici) ha avuto come prima guida il Cetto, questo bel fungo viene identificato col nome di Entoloma lividum (Funghi dal vero, 1, 237, a. 1975), ma ormai occorre chiamarlo E. sinuatum (Noordeloos, Entoloma s.l, in Fungi europaei, 5, p. 111, a. 1992).
E' stato uno dei primi funghi studiati, già pubblicato come Agaricus sinuatus (solo figura) dal Bulliard nel 1793, dal Persoon nel 1801 e nel 1821, come E. sinuatum dal Kummer nel 1871, e come Rhodophyllus sinuatus dal Quélet nel 1888.
Lo stesso Noordeloos lo aveva battezzato come E. eulividum nelle sue pubblicazioni degli anni 80, mentre il Moser nella sua Guida del 1980 aveva accettato il nome dato da Kummer.


Lonati invece segue un'altra interpretazione, quella di Lange che in Flora agaricina danica gli attribuì il nome di Rhodophillus lividus (F.A.D., 2, pl.74C, a. 1936) e così lo troviamo appunto nella sua Guida, ed. 2001, n.375.


E per la Sardegna? Il solito Brotzu viene indicato da Onofri (Checklist dei funghi italiani, p.143) come l'unico autore che ha pubblicato qualcosa in merito (Guida, vol. 2, 1993), Contu non viene citato (non se ne è mai occupato?).
Nel 4 volume di fresca distribuzione (I funghi della Sardegna, a.2009) a p. 88 Brotzu lo chiama E. sinuatum e così sia.

In ogni caso è sempre il solito fungo che vediamo spesso, bello ma velenoso, causa di avvelenamenti di una certa gravità, quindi stiamoci molto attenti; ricordiamoci dell'odore di farina fresca, della sporata rosa, del colore rosa salmone delle lamelle, e tiriamo avanti lasciandolo in pace.

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